Due storie del mistero, ambientate tra le Alpi e le colline toscane: l’occasione perfetta per studiare a
fondo il carattere dei luoghi e dei loro abitanti, in un’indagine che mette l’invisibile al centro.
In dialogo con Caterina Soffici.
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Enrico Camanni torna con la sua personalissima e affascinante commistione tra mystery e romanzo
di montagna, e il suo talento straordinario a investigare gli animi di chi tra le vette ha trovato e
perso se stesso, con il suo nuovo libro “Una discesa infinita” (Mondadori, 2021).
In autunno la montagna scivola in una stasi tutta sua, tra l’estate ormai ricordo e la neve da
aspettare. Per Nanni Settembrini, guida e capo del soccorso alpino del Monte Bianco, ottobre è un
mese di uscite solitarie, verso creste e cime che lo fanno soffrire per lo smagrimento dei ghiacciai.
Una mattina, però, dal fiume gelato del Miage emergono i resti di un corpo e il brandello di uno
scarpone di cuoio d’altri tempi. Quando la montagna restituisce una vita spezzata, è come se ne
restituisse anche le gioie, i rimpianti, le vane speranze e l’irripetibile unicità, e a Nanni quel
cadavere entra presto nei pensieri: in fondo era un alpinista come lui, coltivava la sua stessa
passione, e prima di morire aveva guardato la sua valle dalla cima del monte Bianco quando non
c’era ancora il traforo e si partiva senza cellulari, soli sulla montagna. Il rebus del tempo lo avvince
e Nanni comincia a investigare a modo suo, cercando indizi, rincorrendo ricordi e smarriti segreti,
perché in fondo quello che cerchiamo nel mistero è una luce che consoli chi è rimasto a valle ad
aspettare invano.
Dopo La memoria della cenere, Chiara Marchelli torna “Redenzione” (NNE, 2020), un romanzo di
rara maestria, un’indagine poliziesca intrecciata alle radici storiche della follia. In un racconto
mozzafiato, dove il passato sboccia nel presente come un fiore velenoso, l’autrice si immerge nella
fragilità dell’animo femminile, che nella fame di libertà e perfezione ha sempre cercato il riscatto
dall’infelicità e dal male inflitto e subìto.
La pigra tranquillità di Volterra viene sconvolta dal ritrovamento di un cadavere, una donna
strangolata e gettata in un fosso. Del caso si occupa Maurizio Nardi, comandante dei carabinieri,
uomo acuto e schivo, sempre in cerca di una solitudine dove far luce sulle indagini e su se stesso.
Per Giorgia Volterra è vacanza e rifugio, il posto dove riprendere fiato e proteggersi. Per Malina
rappresenta un approdo, il posto in cui confondersi tra gli alberi e le pietre millenarie. Le due donne
diventano amiche e Giorgia confida a Malina un passato di anoressia e la fine di una storia d’amore.
Malina le restituisce brevi lampi di sé e le racconta della madre, internata giovanissima nel
manicomio della città. Mentre il comandante Nardi indaga per ricostruire le relazioni e i movimenti
della vittima, anche Giorgia scompare misteriosamente.